2016/10/03
Estratto della newsletter 5/2016 curata Federazione Nazionale della Proprietà Fondiaria
ASPETTANDO LA LEGGE DI BILANCIO 2017, LE RICHIESTE DELLA FEDERAZIONE SULLA FISCALITÀ DELLA PROPRIETÀ AGRICOLA
Attualmente è prevista l’esenzione dall’IMU per i terreni agricoli, indipendentemente dalla loro ubicazione, quindi anche in pianura, posseduti e condotti da Coltivatori Diretti (CD) e Imprenditori Agricoli Professionali (IAP), comprese le società IAP. Purtroppo, risultano ancora soggetti all’IMU, con l’applicazione del moltiplicatore 135, i terreni concessi in affitto o comodato, anche se a IAP e CD. La Federazione Nazionale della Proprietà Fondiaria ribadisce che, dal punto di vista fiscale, non bisogna penalizzare maggiormente i proprietari che concedono la terra in affitto rispetto alla proprietà diretto coltivatrice. Occorre quindi che con la Legge di bilancio 2017 sia prevista l’esenzione dell’IMU anche per i proprietari concedenti la terra in affitto a Coltivatori Diretti e IAP. Ciò anche nell’ottica di valorizzare il contratto di affitto che tanta importanza riveste nell’ambito della competitività delle imprese agricole. Per quanto riguarda poi l’imposta di registro, per i soggetti diversi da Coltivatori Diretti e Imprenditori Agricoli Professionali, attualmente l’aliquota relativa ai trasferimenti aventi per oggetto terreni agricoli e relative pertinenze è pari al 15%. Per gli agricoltori “professionali”, invece, l’aliquota è pari all’1%. Sarebbe opportuno prevedere la possibilità di applicare l’aliquota dell’1% anche per i proprietari che si impegnano, una volta acquistato il fondo agricolo, ad affittare a Coltivatori Diretti e IAP.
VENDEMMIA 2016: PREVISTI 48,5 MILIONI DI ETTOLITRI, BUONA LA QUALITÀ. L’ITALIA RICONQUISTA LA LEADERSHIP MONDIALE
Anche quest’anno, il vino italiano conferma la propria leadership mondiale per quantità prodotta con una produzione prevista di 48,5 milioni di ettolitri, in contrazione del 2% rispetto al 2015. La qualità attesa si presenta buona in molte aree del Paese, grazie al favorevole decorso climatico. Una buona vendemmia dunque che mantiene valori quantitativi da record superando le previsioni di Spagna (42,9 milioni di ettolitri) e Francia (43 milioni di ettolitri). È quanto emerge dalle previsioni dell’Osservatorio del Vino, promosso da Unione Italiana Vini e Ismea. A livello territoriale si evidenzia una sostanziale disomogeneità di situazioni tra regioni confinanti e all’interno delle stesse.
Tra le prime 4 grandi regioni produttrici la Sicilia mostra una flessione (-15%), mentre in lieve crescita si stimano le produzioni di Veneto (+2%), grazie all’entrata in produzione dei nuovi impianti (soprattutto del Prosecco), Puglia (+2%) ed Emilia Romagna (+5%). Al Nord, poi, si assiste ad un lieve recupero produttivo del Piemonte dopo due anni scarsi (+5%), a cui si affianca la decisa crescita della Valle d’Aosta (+17%) ed una stabilità della Liguria. Anche in Friuli Venezia Giulia i nuovi impianti fanno restare la produzione 2016 molto al di sopra della media degli ultimi 5 anni, sebbene con una lieve flessione sulla precedente (-4%). Lombardia (-13%) e Trentino Alto Adige (-9%), invece, hanno sofferto maggiormente le incertezze climatiche. Scendendo lungo la Penisola si evidenzia l’arretramento di Toscana (-8%) ed Umbria (-8%) a fronte di segni lievemente positivi per Lazio, Abruzzo e Marche. Annata da dimenticare per i volumi della Campania (-20%), regione che ha sopportato molte avversità climatiche durante tutto l’arco dello sviluppo vegetativo. Buona la vendemmia anche in Molise, Calabria e Basilicata dove le prime stime si collocano su terreno positivo rispetto a quella dello scorso anno. Stabile la Sardegna.
EVENTO DELLA FEDERAZIONE ALLA CASSINAZZA: LA TERRA CENTRALE PER LA PRODUZIONE, L’AMBIENTE E L’INNOVAZIONE
“La terra tra agricoltura produttiva, ambiente e innovazione”, è stato questo il tema dell’incontro che si è tenuto il 21 settembre scorso presso il comprensorio neorurale della Cassinazza a Vellezzo Bellini, in provincia di Pavia. L’evento, organizzato dalla Federazione Nazionale della Proprietà Fondiaria in collaborazione con l’European Landowners’Organization (ELO) e i Friends of the Countryside, ha avuto l’obiettivo di far conoscere ai numerosi partecipanti come produzione e ambiente possono coesistere condividendo le finalità della tutela della biodiversità e delle risorse naturali. Inoltre, con la conoscenza del Centro per il recupero ed il riutilizzo degli elementi nutritivi, si è potuto vedere nel concreto un esempio di Economia Circolare.
“Questo evento è una occasione importante per tutti noi per rivedere in modo innovativo le esperienze realizzate in questa realtà agroambientale”, ha esordito così il Presidente della Federazione Giuseppe Visconti aprendo i lavori dell’incontro. “Anche il Centro per il recupero e il riutilizzo dei nutrienti - ha aggiunto - rappresenta un modo innovativo per una gestione sostenibile della produzione agricola che tiene conto della fertilità del terreno e della tutela della natura e del suo equilibrio”. Ha quindi evidenziato che si è in presenza di un modo moderno per interpretare la funzione di proprietario agricolo, mettendo insieme situazioni che apparentemente sembrano inconciliabili. “La Cassinazza - ha concluso Giuseppe Visconti - rappresenta un modello di armonico sviluppo del mondo rurale dove sicurezza alimentare e sicurezza ambientale trovano la loro naturale espressione”. Il Presidente Visconti dopo aver ringraziato sentitamente Giuseppe Natta e il figlio Francesco per la loro disponibilità a realizzare questo incontro e per la vicinanza dimostrata in questi anni alla nostra Organizzazione nazionale ed europea, ha ceduto la parola a Giuseppe Natta.
“La proprietà dei fondi agricoli - ha detto Giuseppe Natta - non è interessata solamente alle attività agricole, ma a tutte le attività produttive collegate alla politica territoriale. Per questo motivo ritengo sia utile che un’associazione come la Proprietà Fondiaria approfondisca tutti gli aspetti legati alla politica di un territorio”. Ha poi ricordato che la partecipazione a progetti europei riguardanti l’Economia Circolare ha consentito di conoscere altre realtà ed aziende con esigenze particolari e diverse da quelle italiane. Questa conoscenza del punto di vista degli operatori europei, ha consentito uno scambio di idee e di informazioni su attività innovative al servizio di un territorio. “Molte delle idee assorbite le abbiamo sviluppate e messe in pratica con maggiore o minore successo”, ha precisato. “Riteniamo - ha concluso Giuseppe Natta - che queste informazioni acquisite negli anni possano essere utili a chi si occupa di politiche territoriali e noi siamo lieti di metterle a disposizione di quelle associazioni, in grado di svilupparle, come riteniamo essere il caso della Proprietà Fondiaria”.
La parola è passata quindi a Francesco Natta che ha illustrato le caratteristiche della Cassinazza e del relativo territorio neorurale. La Cassinazza si estende su un’area comprensoriale di circa 1.400 ettari all’interno del territorio neorurale di Giussago e altri comuni limitrofi del pavese; la realizzazione è avvenuta progressivamente dal 1996 con l’esecuzione di numerosi interventi di rinaturalizzazione dell’ambiente coltivato. L’aggettivo “neorurale” si riferisce ad un territorio rurale in cui alle attività agricole già presenti, si sommano quelle di altri servizi di natura ambientale che, in virtù degli interventi di rinaturalizzazione operata sul territorio, si vengono a costituire, quali, ad esempio, la qualità del paesaggio, la biodiversità, la conservazione delle risorse rinnovabili, il miglioramento della salute e della qualità della vita. “La gestione dei terreni del comprensorio della Cassinazza - ha spiegato Francesco Natta - è finalizzata a ripristinare la giusta sintonia con gli elementi naturali e territoriali, introducendo delle correzioni che hanno permesso di massimizzare l’uso produttivo rendendolo compatibile con la maggiore biodiversità possibile”. Il prodotto non si può dire qualitativamente diverso da quanto deriva dalle coltivazioni tradizionali mentre è senz’altro differente l’habitat agricolo che risulta completamente rinaturalizzato. Le caratteristiche del Centro per il recupero degli elementi nutritivi sono state illustrate da Gilberto Garuti partendo dalla considerazione che la sostenibilità può essere raggiunta solo se ambiente, suolo e sociale coesistono. La Cassinazza ha infatti applicato i principi dell’Economia Circolare all’agricoltura realizzando un sistema che è in grado di preservare la fertilità del terreno recuperando e rimettendo in circolo quelle sostanze sottratte dai campi con i raccolti e normalmente smaltite come rifiuti.
“Il Centro - ha spiegato Garuti - consentirà la fertilizzazione e il miglioramento della fertilità dei suoli, senza la necessità di introdurre concimi chimici. Inoltre l’attività comprenderà anche un servizio di analisi e controllo dei fertilizzanti e dei terreni, per il monitoraggio del miglioramento della fertilità e della qualità ambientale dei suoli”. Gilberto Garuti ha poi precisato che l’energia utilizzata per i trattamenti dei rifiuti e la produzione dei fertilizzanti organici deriverà esclusivamente dal biogas prodotto dal processo e, parafrasando una famosa frase di Adam Smith, ha così concluso: “Non è dalla generosità dell’agricoltura che dobbiamo attenderci il cibo futuro, ma piuttosto dalle cure che le saranno rivolte”. L’interessante visita al comprensorio neorurale, avvenuta attraverso il trasporto dei partecipanti su un caratteristico trenino, è stata preceduta da una sintetica illustrazione da parte di Alberto Massa Saluzzo sulle caratteristiche agroambientali che contraddistinguono la Cassinazza. “La Cassinazza - ha ricordato Massa Saluzzo - dal 1996 ha guardato con molta attenzione alle misure ambientali e alla forestazione contenute nei regolamenti comunitari 2078 e 2080. Successivamente l’azienda ha aderito alle diverse misure contenute nei Programmi di Sviluppo Rurale”. La giornata, che ha suscitato notevole interesse nei numerosi partecipanti, si è conclusa con la visita del Centro per il recupero e il riutilizzo dei nutrienti.
SVILUPPO RURALE, FIRMATA LA DICHIARAZIONE DI “CORK 2.0”.
TRE NUOVE SFIDE: FILIERA, DIGITALE E CAMBIAMENTI CLIMATICI
Promossa dalla Commissione europea si è tenuta il 5 e 6 settembre scorso nella cittadina irlandese di Cork la Conferenza europea sullo sviluppo rurale denominata “Cork 2.0”. L’importante evento, che si è concluso con la firma della dichiarazione finale “A better Life in Rural areas”, ha rappresentato una opportunità di discussione e di dialogo sulle sfide future delle aziende agricole e delle aree rurali, vent’anni dopo la conferenza di Cork del novembre 1996 che, con il documento “A living countryside”, ha indicato le strategie per una politica europea di sviluppo rurale. Il documento finale di Cork 2.0 “Una vita migliore nelle aree rurali”, targato 6 settembre 2016, che segue la precedente dichiarazione approvata il 9 novembre 1996 denominata “Una campagna viva”, è espressione del lavoro svolto da circa 300 partecipanti, venuti da tutti i paesi dell’Unione europea ed appartenenti ai diversi ambiti interessati dalle politiche di sviluppo rurale: rappresentanti degli agricoltori, associazioni ambientaliste, imprenditori, mondo della ricerca, nonché rappresentanti delle amministrazioni comunitarie, nazionali, regionali e locali. I lavori della Conferenza sono stati organizzati in quattro sessioni parallele (occupazione, crescita e investimento nelle filiere agroalimentari; ambiente, clima ed acqua; innovazione; vitalità delle aree rurali) che hanno trovato la sintesi nella dichiarazione finale, articolata in dieci punti programmatici che abbracciano tutte le politiche di sviluppo rurale. In particolare il nuovo documento mette l’accento su tre nuove sfide: filiera alimentare, divario digitale e cambiamenti climatici. Nelle conclusioni del documento, i partecipanti si impegnano a promuovere consapevolezza sul potenziale delle aree rurali anche in termini di risorse; investire sull’identità delle comunità rurali, a rendere le politiche sempre più condivise, flessibili e orientate verso risultati concreti. Inoltre i partecipanti alla Conferenza evidenziano l’impegno ad occuparsi di questioni chiave, come l’occupazione, la crescita economica e le prospettive di sviluppo, nonché il benessere socio-economico e la qualità dell’ambiente e delle condizioni di vita nelle aree rurali. La dichiarazione contiene l’invito agli Stati membri a sostenere queste linee strategiche, incorporandole nella futura politica di sviluppo rurale. I partecipanti alla Conferenza europea di Cork 2.0 sullo sviluppo rurale, nella dichiarazione finale, hanno indicato dieci orientamenti politici da seguire per una politica rurale dell’Unione europea, innovativa, integrata e inclusiva. La Federazione Nazionale della Proprietà Fondiaria, in sintonia con la dichiarazione di Cork del 1996 e oggi con i nuovi indirizzi espressi nel documento sullo sviluppo rurale di “Cork 2.0”, ribadisce il ruolo centrale dei proprietari di terra nell’ambito della gestione integrata del territorio e nella tutela della ruralità nella sua accezione più ampia che comprende: agricoltura, ambiente, foreste, fabbricati rurali, agriturismo, pesca e caccia. In tale ambito la tutela del territorio, dell’ambiente e delle attività dell’uomo collegate alla “terra” diventano essenziali per lo sviluppo del mondo rurale.
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